VIADOTTO DI COLLE ISARCO

Luogo:
Brennero (BZ)
Categoria:
Costruzione di infrastrutture
Impresa:
Brussi Costruzioni
Completamento Opera:
2012
Descrizione:
Rirpristino della funzionalità e della capacità portante delle strutture in C.A.P. delle campate principali del Viadotto di Colle Isarco | Autostrada A22 - Colle Isarco (BZ)

VIADOTTO COLLE ISARCO: UNA STORIA DI ECCELLENZA ITALIANA
In prossimità del confine di Stato, il tracciato dell’Autostrada del Brennero (A22) attraversa un’ampia vallata per tramite di un viadotto in calcestruzzo armato precompresso, dotato in corrispondenza dell’incisione più profonda, di una campata della luce di 163 m, alta 100 m sul fondo valle, raccordata alla restante parte del viadotto con due luci di 91 m. Delle opere d’arte presenti sul tratto alpino, il viadotto colle Isarco progettato tra il 1968 e il 1969 è certamente la più rilevante.


LAVORI ESEGUITI
  • CONSOLIDAMENTO STRUTTURALE DEGLI IMPALCATI A CASSONE: l’intervento di rinforzo degli impalcati a cassone delle travate Gerber tipo “Niagara” sarà eseguito mediante la posa di cavi integrativi esterni di compressione longitudinale. In particolare, la precompressione esterna è imposta all’intradosso della soletta superiore in modo da massimizzare il braccio della pretensione e viene estesa all’intera struttura principale così da coprire efficacemente tutta la travata e non solo nella parte compresa tra le due pile in modo da seguire l’andamento delle sollecitazioni. Si utilizzano cavi ritarabili e sostituibili, composti da trefoli inguainati e ingrassati tipo dyform con testate certificate del tipo TTM. I cavi integrativi, 16 per ognuno dei sei cassoni, sono formati da 19 trefoli (quattro cavi). La pretensione è calcolata per un tiro dei cavi a rilassamento scontato di 220 kN/trefolo. Per limitare la precompressione in testa, sei cavi sono stati ancorati in campata, in modo da ottenere un migliore andamento della precompressione aggiuntiva rispetto alla sollecitazione flettente. Le verifiche strutturali di quanto previsto in progetto e delle condizioni di sollecitazioni e di deformazione della struttura nel suo complesso, sono state eseguite mediante modelli tridimensionali ed elementi finiti, realizzati con il programma di calcolo STRAUS7. È stato innanzitutto predisposto un modello globale dell’impalcato, tarato e validato ponendo a confronto i risultati ottenuti con il calcolo numerico, sia con riferimento a quelli teorici attesi sia alle deformazioni reali misurate sull’opera. Mediante tale modello è stato quindi possibile sintetizzare geometricamente ed analizzare nel complesso le risposte della struttura sotto l’azione di tiro dei cavi integrativi previsti in progetto. Successivamente sono stati sviluppati modelli parziali per analizzare più approfonditamente alcuni dettagli significativi della struttura, quali ad esempio, le piastre metalliche di ancoraggio dei cavi o la struttura in calcestruzzo di ancoraggio del cavo più alto. Interventi funzionali e propedeutici alla posa in opera dei cavi integrativi esterni e all’applicazione ai medesimi di adeguata trazione sono: le indagini preliminari (scansioni con “georadar” per individuare le barre di precompressione esistenti), l’applicazione delle piastre in acciaio per l’ancoraggio dei cavi integrativi e la posa dei deviatori interni ed esterni ai cassoni in corrispondenza delle pile maggiori.
  • INTERVENTI ALL’ESTRADOSSO: in maniera schematica, all’estradosso del viadotto è prevista la completa sostituzione dei giunti di dilazione, delle barriere e reti di sicurezza, l’asportazione mediante Idrodemolizione del calcestruzzo corticale ammalorato di solette e cordoli, il consolidamento del calcestruzzo corticale all’estradosso delle solette incrementandone lo spessore di 25 mm su tutto il viadotto (previa posa di connettori metallici), la costruzione dei cordoli e infine la realizzazione del nuovo strato di impermeabilizzazione mediante malta polimerica
  • POTENZIAMENTO DEL SISTEMA DI MONITORAGGIO STRUTTURALE: il sistema di monitoraggio strutturale già presente sul viadotto verrà ripristinato al termine dei lavori e sarà anche integrato per incrementare l’efficienza. Per studiare gli effetti del monitoraggio sull’affidabiltà strutturale dell’opera e la configurazione migliore da assegnare alla nuova strumentazione, è stata avviata una collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica dell’Università di Trento. Lo studio svolto all’Università si pone come obbiettivo l’analisi del comportamento passato del viadotto e la progettazione di un sistema di montaggio in grado di coglierne il comportamento futuro, sia nel corso dei lavori di risanamento sia nel periodo successivo.
  • COMPLETAMENTO DELLE SUPERFICI INFERIORI: a completamento dell’intervento sono stati applicati anodi laminari di zinco all’intradosso delle solette al fine di ottenere una protezione galvanica delle pareti degli impalcati a cassone, nonché la protezione corticale di tutte le superfici all’intradosso del viadotto mediante l’applicazione di uno strato di vernice.

Aziende del Gruppo Grigolin coinvolte:
Brussi Costruzioni, FerroBeton, Fornaci Calce Grigolin.

 
 
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